Il Keikogi
Il KeikoGi
Prima di continuare a parlare degli stili e dei maestri, facciamo un piccolo articolo parentesi che andrà ad approfondire uno degli aspetti importanti della pratica delle arti marziali Giapponesi, l’etichetta della divisa.
Prima cosa da fare è indentificare la divisa con il giusto nome… La divisa Da allenamento nelle arti marziali, prende il nome di KEIKOGI, parola composta , che significa Keiko ( allenamento) Gi(vestito, divisa, tenuta).
Quindi possiamo definirla come divisa da allenamento. Vero è che nel linguaggio comune usiamo il termine KIMONO, ma in oriente il kimono è un termine generico infatti significa “cosa che si indossa”
. Il kimono in Giappone si utilizza per le ricorrenze importanti. Formalmente Il Keikogi arriva nel mondo delle arti marziali grazie a Jigoro kano, il fondatore e il padre del Judo.
Quando sensei kano iniziò a diffondere il Judo, lo faceva ancora in abiti tradizionali, una casacca pesante e l’hakama. L’hakama è un indumento tradizionale, usato dai samurai, ne esistono tantissime varianti con tante leggende sul perché dell’utilizzo, ma in realtà aveva usi pratici, dal salvaguardare i vestiti dallo sporco, fino a favorire l’andatura a cavallo.
Ovviamente poi diviene oggetto di moda e inizierà a diffondersi a macchia d’olio. Ma tornando al keikogi, appunto sensei kano iniziò a praticare il suo stile con abiti tradizionali.
Il judo che prevede anche la lotta al suolo e ovviamente l’uso delle proiezioni, diveniva un po' impacciato con quegli abiti, così decise di togliere l’hakama(anche se viene utilizzata per cerimonie ed eventi importanti) e iniziare ad utilizzare una tenuta bianca ,
più resistente ed adatta alle continue sollecitudini dell’allenamento. Perché sensei kano decise di utilizzare una divisa bianca? Il bianco in oriente ha un valore importante ,ricorda la purezza, ed è utilizzato nel lutto( proprio per favorire la pulizia e la purezza dell’anima che abbandona la corruzione del corpo ).
Nelle arti marziali simboleggia lo spirito che si avvicina alla pratica con lo spirito del principiante (Shoshin). Quando poi Jigoro kano invita Gichin Funakoshi a tenere una dimostrazione di karate nel suo Dojo, Sensei Funakoshi,
rimane sbalordito difronte la compostezza e l’effetto cromatico del bianco che rende i praticanti tutti uguali (salvo per le cinture colorate che indicheranno poi il livello di pratica del praticante).
All’epoca il Karate si praticava o a torso nudo o con abiti da lavoro , o in alcuni dojo con una casacca nera. Quella fu l’occasione che permise al karate di utilizzare la stessa filosofia e di adottare la divisa bianca in allenamento.
Da li fu un attimo e il keikogi si diffuse a tutte le arti marziali giapponesi (quasi tutte). Indossare un keikogi nella pratica del Budo ha una etichetta e delle caratteristiche particolari a seconda dello stile praticato .
Innanzi tutto il lembo sinistro va sopra quello destro, viceversa si farebbe una gaffe incredibile , perché Significherebbe indossarlo in segno di lutto… Occhio quindi a quando si visitano i Dojo Giapponesi per la pratica!
Sotto la casacca, salvo che per le donne, non si dovrebbe indossare nulla, il keikogi di per se è un indumento , quasi “intimo” quindi in teoria meglio seguire l’etichetta ed evitare di far storcere troppo il naso ai praticanti e maestri più tradizionalisti.
Le caratteristiche del keikogi possono cambiare da stile a stile. Nel judo per esempio, la filigrana del tessuto è più pesante, ha un peso importante ed è più corta alla vita, per favorire le prese e le proiezioni.
Nel karate avendo più tecniche di atemi, la casacca è più leggera , più lunga in vita, in cotone o filigrana di riso più sottile per favorire i movimenti più fluidi ed esplosivi.
La cintura che ha un ruolo importante ha un valore anch’esso molto filosofico. Ogni Stile e disciplina del Budo la adotta. In alcune discipline, come nell’Aikido o nel Mugen Ryu Kenpo, abbiamo due colori, bianco per i livelli Kyu e nera per i livelli Dan.
Nel Judo e nel karate invece ha colori vari che indicano il livello del praticante ( Bianca, gialla , arancione, verde, blu , marrone, nera).
Quando i samurai indossavano l’Obi (cintura) dopo ogni battaglia , veniva ripulita e riutilizzata, quando questa iniziava a cambiare colore e iniziava a scurirsi, voleva dire che il samurai aveva combattuto varie battaglie dimostrando esperienza in combattimento.
Questo principio filosofico e storio e anche un po' mitologico, portò ad adottare per una questione pratica il sistema dell’identificazione del livello per cintura.
Come vedete nel budo nulla è lasciato al caso, ogni gesto, ogni indumento, ogni cosa ha un significato profondo, portando il praticante a seguire la via della perfezione, dell’armonia e dell’equilibrio fisico e interiore.
Ci vediamo al prossimo articolo
Saverio “Trinità” Riccobono
Una piccola immagine con le parti in giapponese della divisa
Foto da www.pinterest.it
In ambito sportivo si utilizza anche il Judogi Blu per distinguere i due atleti
Foto da www.ijf.org
In alcuni stili di Kenpo si utilizza il keikogi Nero.
Qui Soke raul Gutierrez, fondatore del Fu shih Kenpo karate
Foto dal mio archivio
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