Benkei il Monaco Guerriero.

La resilienza del popolo giapponese, è ormai oggetto di studio da parte di molti studi antropologici e sociali. non a caso la tradizione popolare nipponica, è piena di personaggi e di gesta eroiche che tramite l'ausilio della leggenda e del mito personificano questo aspetto del popolo nipponico.

 Un esempio di ciò è il monaco Benkei.

Benkei fù un monaco e un soldato e in seguito Yamabushi vissuto a cavallo dei periodi Heian e Kamakura. nacque in circostanze mitologiche, come si addice a molti eroi, ed è diventato con il tempo simbolo della resilienza e della resistenza e della fedeltà verso i propri ideali e i propri doveri. 

ma andiamo per ordine, partiamo dal ponte Gojo nella città di Kyoto. Benkei prima di arrivare a Kyoto passo la sua infanzia da tempio in tempio, studiando il buddismo, la cultura, l'amministrazione e le arti marziali. Infatti decise di diventare uno Sohei ( monaco militare ).

La sua abilità nelle arti marziali era tale che divenne famoso in tutto il Giappone, viaggiando da città in città in cerca di sfide e accompagnato dalle sue fedeli spade e dalla sua amata Naginata, arma con la quale aveva una abilità incredibile. 

Il suo pellegrinare lo porta a diventare uno Yamabushi ed ad unirsi alle pratiche ascetiche ed esoteriche. Vestito con il tipico mantello nero degli yamabushi giunge a Kyoto dove si ferma appunto sul ponte Gojo. da qui inizia la leggenda.

A Kyoto Benkei chiede all'abilissimo fabbro Kokaji Munenabu, di costruirgli un'armatura . Il fabbro acconsente a patto che Benkei gli porti 1000 spade. Per Benkei questa richiesta fù come una manna, poteva ottenere quell'armatura combattendo 1000 uomini perfezionando così la sua tecnica.

Così si ferma sul ponte Gojo ( un ponte principale per il passaggio a Kyoto) sfidando tutti i Bushi che passavano di lì. Benkei era abilissimo e con una forza inarrestabile, aiutato anche dalla sua fisicità (si dice fosse alto quasi 2 metri e piazzato come un orso).

Tutto sembrava dovesse andare liscio come l'olio, quando incontrò un altro grande Bushi... Yoshitsune Minamoto appartenente al clan Minamoto il clan che segnerà le sorti della storia del Giappone in quegli anni a venire.

Yoshitsune era un abilissimo samurai, più giovane , più piccolo, più veloce più tecnico. Infatti riuscì a sconfiggere Benkei ( che già aveva collezionato 999 spade!) che ormai sconfitto, riconobbe la superiorità di Yoshitsune , gli giurò fedeltà e divenne da quel giorno un suo seguace, servitore ed amico.

Negli anni a seguire Benkei combatté a fianco di Yoshitsune e del Clan Minamoto. Combatté nella guerra Genpei contro il clan rivale i Taira, vincendola nella battaglia Dan-no-ura.

Da qui la nostra storia si tinge di tratti drammatici ed epici. Il fratello di Yoshitsune, Yoritomo, preso dalla gelosia e dal crescente valore popolare di suo fratello, dichiarò il falso. Accusò il fratello di complotto e di essere in realtà legato al clan Taira!

Yoshitsune insieme a Benkei , per due anni scapparono e combatterono dai continui attacchi di Yoritomo... Fino a quando però non furono circondati nel castello di Koromogawa nella provincia di Mutsu. Ormai con le spalle al muro, per Benkei e Yoshitsune non rimane altro che combattere fino alla fine...

Mentre Yoshitsune si ritirava con la moglie e la figlia all'interno del castello per compiere Seppuko, Benkei rimase come ultima barriera umana sul ponte d'ingresso del castello stesso. Permettendo così al suo signore ed amico di morire con onore.

Benkei combattè con una forza ed una abilità pari a quella di un Kami. Fù riempito di frecce, ferito, ma continuò a combattere nonostante il respiro della vita scemasse di secondo in secondo... Quando sopraggiunse la morte, Benkei non sia arrese... Morì in piedi con la sua arma in mano !

I soldati credettero davvero che avessero a che fare con un essere soprannaturale, vederlo ancora lì in piedi pronto ad attaccare con la sua Naginata chiunque si avvicinasse , nonostante il corpo ormai fosse martoriato dalle frecce e dalle ferite.

Solo quando si avvicinarono con cautela, i soldati nemici si accorsero che Benkei ormai era morto, portando a termine la sua ultima missione, permettere la morte con onore al suo signore.


le gesta di benkei oggi vengono ricordate in varie opere della cultura popolare e non, Dai manga, gli anime, i videogiochi,  sino ad arrivare al teatro No e Kabuki.

Benkei è l'esempio del popolo Giapponese, è l'esempio del riscatto, di come si possa cambiare costantemente la propria vita, di come bisogna combattere sino alla fine per i propri ideali. Benkei è l'esempio della fedeltà estrema, del sacrifico per un bene Superiore.

Chissà forse parte della sua energia è rimasta in tutto il popolo Giapponese stesso , un popolo che ha sempre saputo usare le difficoltà per rialzarsi e diventare migliori.

Saverio Trinità Riccobono


Benkei incontra e combatte Yoshitsune sul ponte Gojo foto dal sito www,caffèbook.it


 

La morte in piedi di Benkei in una stampa dell'epoca. foto dal sito www.jasentdavis.com


La statua di benkei nella Città di Tanabe nella prefettura di Wakayama